
R come RESILIENZA
Abbiamo lungamente ascoltato il termine resilienza in questi mesi, talvolta a sproposito. Cos’è veramente la resilienza?
La resilienza è la capacità di resistere allo stress, superare gli ostacoli e rimanere motivati nel perseguire i propri obiettivi.
L’essere umano possiede un insieme di risorse ereditate dal passato, che gli consentono di resistere, adattarsi, apprendere e superare le avversità. A tal proposito uno studio racconta che tra le persone direttamente coinvolte negli attacchi alle Torri Gemelle, per esempio, solo una piccola percentuale, ha sviluppato disturbi psicologi gravi, tutti gli altri sono invece riusciti, un po’ alla volta a ricostruirsi una vita.
La psicologia degli ultimi anni ha scoperto che la resilienza e l’antifragilità sono attributi degli esseri umani. Queste due attitudini ad affrontare cambiamenti, situazioni caotiche e ignote possono essere molto funzionali e produttive.
Ricordatevi che il bicchiere si può vedere o mezzo pieno o mezzo vuoto, il bicchiere rimane sempre lo stesso ma in base a come è osservato si ricavano due modelli di osservazione ed eventuali comportamenti opposti. La valutazione cognitiva che si fa di un evento determina risposte comportamentali differenti, la valutazione è sempre contagiata dai nostri pensieri, dalle nostre emozioni, talvolta poco connessa al presente.
Etimologicamente “resilienza” deriva dal latino “resalio”, iterativo di “salio”, gli antichi connotavano il gesto di tentare di risalire sulle imbarcazioni rovesciate con questo termine, è probabile che il nome della qualità di chi non perde la speranza e continua a lottare contro le avversità derivi anche da qui. Questa parola indica inoltre nel campo della tecnologia metallurgia, la capacità di un metallo di resistere alle forze che vengono applicate.
Ciò che è importante è che rappresenta il contrario della fragilità, si piega non si spezza ed è in grado di ritornare alla posizione iniziale. La maggior parte delle ricerche ora mostra che la resilienza è il risultato della capacità degli individui di interagire con i loro ambienti e perseguire la propria motivazione.
La resilienza psicologica è la capacità di affrontare mentalmente o emotivamente una crisi o di tornare rapidamente allo stato precedente alla crisi stessa. La resilienza esiste quando la persona utilizza "processi e comportamenti mentali per promuovere i beni personali e proteggersi dai potenziali effetti negativi dei fattori di stress".
La resilienza è generalmente considerata un "adattamento positivo" dopo una situazione stressante o avversa. Quando una persona è "bombardata dallo stress quotidiano, interrompe il suo senso di equilibrio interno ed esterno, presentando sfide e opportunità". Tuttavia, i fattori di stress di routine della vita quotidiana possono avere impatti positivi che promuovono la resilienza. Non è ancora noto quale sia il corretto livello di stress per ogni individuo. Alcune persone sono in grado di sopportare una maggiore quantità di stress rispetto ad altre. Secondo Germain e Gitterman (1996), lo stress è sperimentato nel corso della vita di un individuo in momenti di difficili transizioni di vita, che implicano cambiamenti evolutivi e sociali; eventi traumatici della vita, inclusi dolore e perdita; e pressioni ambientali, comprese la povertà e la violenza della comunità.
Il Children's Institute dell'Università di Rochester spiega che "la ricerca sulla resilienza si concentra sullo studio di coloro che si impegnano nella vita con speranza e umorismo nonostante le perdite devastanti". È importante notare che la resilienza non riguarda solo il superamento di una situazione profondamente stressante, ma anche l'uscita da tale situazione con "funzionamento competente".
Gli studi dimostrano che ci sono diversi fattori che sviluppano e sostengono la resilienza di una persona:
- La capacità di fare piani realistici ed essere in grado di intraprendere i passaggi necessari per portarli a termine;
- Fiducia nei propri punti di forza e capacità;
- Capacità di comunicazione e risoluzione dei problemi;
- La capacità di gestire impulsi e sentimenti forti.
Trabucchi, psicologo dello sport, nel suo libro “Resisto dunque sono” affronta il tema della resilienza sia in termini generali che nell’ambito dello Sport e delle Organizzazioni. Lo studioso ha incentrato molti suoi studi sull’argomento, ed ha coniato una sua definizione di resilienza psicologica che è a suo dire “la capacità di persistere nel proseguire nella realizzazione di obiettivi sfidanti, fronteggiando in maniera efficace le difficoltà e gli eventi negativi che si incontrano sul cammino”. Il verbo “persistere” è il fulcro della sua teoria, indica l’idea di una motivazione che rimane salda e sempre uguale a sé stessa.
Secondo Tabucchi l’individuo resiliente presenta alcune caratteristiche psicologiche inconfondibili:
- è un “ottimista” e tende a leggere gli eventi negativi come momentanei e circoscritti;
- ritiene di possedere un ampio margine di controllo sulla propria vita e sull’ambiente che lo circonda;
- è fortemente motivato a raggiungere obiettivi che si è prefissato;
- tende a vedere i cambiamenti come una sfida e come un ‘opportunità, piuttosto che come minaccia;
- di fronte a sconfitte e frustrazione è capace di non perdere la “speranza” ed il coraggio.
Nel 2000 lo studioso ha presentato un modello per descrivere alcuni fattori tipici di personalità comuni agli atleti degli sport di endurance: il modello della “Personalità resistente”. È un costrutto basato su quattro dimensioni che si sono evolute negli anni e sono diventate i quattro aspetti cognitivi della resilienza:
- senso di controllo;
- tolleranza alla frustrazione;
- capacità di ristrutturazione cognitiva;
- attitudine alla speranza.
Ciò che appare evidente è che gli individui sin dai tempi antichi sono progettati per affrontare difficoltà, si ha una sorta di “dna” di resilienza si può potenziare e migliorare imparando a gestire lo stress. Favorire uno sviluppo della resilienza psicologica fortifica nell’individuo un senso di responsabilità volto all’azione e rende meno deboli.
La resilienza è quindi quell’attitudine alla speranza ed all’ottimismo che consente agli individui di:
- PERSISTERE NEL RAGGIUNGIMETNO DI UN OBIETTIVO, purché l’obiettivo sia stato definito in modo SOSTENIBILE e pur sempre SFIDANTE;
- RISTRUTTURARE COGNITIVAMENTE UN EVENTO MODIFICANDO IL NOSTRO MODO DI GUARDARLO FACENDO IN MODO CHE NON CI LIMITI;
- IMPARARE A SPERARE ed ESSERE GRATI PERCHE’ DISPERARE E’ TROPPO SEMPLICE.
Definisci il tuo obiettivo sostenibile, secondo i tuoi bisogni e sii coraggioso e fedele al piano fatto per perseguirlo.