S come SPORT
La mia specializzazione in Psicologia dello Sport mi ha riconfermato che un rapporto equilibrato e collaborativo tra corpo e mente è importante sia per il nostro benessere che per il nostro malessere. Purtroppo siamo abituati ad occuparci del nostro corpo sempre più spesso quando “fa male” e/o si “sente dolore”. Il nostro corpo diventa contenitore del nostro disagio, dell’incapacità di dare senso a ciò che abbiamo vissuto. Si trasforma in contenuto parlante di un dolore che viviamo, lo urla e allora in quel momento lo ascoltiamo.
Come mai non ce ne occupiamo prima? Cosa ci sfugge?
Il nostro corpo ha una memoria emotiva presente in modo viscerale e profondo nelle terminazioni nervose che regolano il funzionamento dei nostri organi interni, che afferiscono ai nostri organi di senso. La nostra storia viene scritta sul corpo, che è un quaderno vivo e reattivo, che ne conserva la memoria. Il nostro corpo per noi è una casa.
Tu della tua casa te ne occupi quando cade a pezzi, è molto sporca e disordinata, o riesci a prendertene cura in modo abituale?
Il nostro corpo è l’unica casa che veramente abitiamo ma può diventare una gabbia nella quale i nostri stati della mente irrisolti rimangono bloccati e congelati e prendono voce attraverso ciò che la psicologia chiama “somatizzazioni” o diventare un ripetitore viscerale di benessere psicofisico.
Noi siamo tutto: corpo e mente. Ed è solo rigenerando un equilibrio tra queste due dimensioni che possiamo riprendere in mano – da dentro di noi – il controllo sulla nostra mente.
MENTE E CORPO UN FLUSSO DI ENERGIE
Un punto importante dei mei studi sono gli approfondimenti sull'analisi bioenergetica, un metodo unico nel suo genere, che combina psicoterapia verbale e corporea e ha come concetto chiave il fatto che mente e corpo formano un'unità. Noi siamo i nostri pensieri, emozioni, sensazioni, impulsi ed azioni.
Reich padre fondatore insieme a Lowen dell’Analisi Bioenergetica, fu paziente ed allievo di Freud ma mentre Freud poneva attenzione soltanto alla produzione verbale dei pazienti, Reich introdusse nella psicoanalisi anche l'osservazione del corpo, come l'espressione degli occhi e del viso, la qualità della voce e i vari tipi di tensioni muscolari. Descrisse per primo quello che noi oggi chiamiamo linguaggio del corpo.
Reich notò una scissione fra le varie espressioni del corpo. Per esempio, una persona può ridere ma non essere consapevole che l'espressione del suo viso è triste. Può dire parole gentili, ma non rendersi conto che i suoi occhi sono pieni di risentimento o che la sua bocca ha una espressione negativa, osservò che, appena questi pazienti iniziavano la terapia, le tensioni muscolari cambiavano. Le spalle e le braccia della persona depressa si rilassavano, le mascelle diventavano meno contratte e i denti meno serrati.
Lowen allievo di Reich allargò gli scopi del lavoro sul corpo ed introdusse il lavoro bioenergetico a casa. Anziché limitarsi alla sola pressione e manipolazione delle tensioni muscolari croniche, egli fece uso di alcune posizioni di stress che potevano aiutare queste tensioni a rilasciarsi. La prova evidente di questo ammorbidimento delle tensioni era l'insorgere, nei muscoli, di una fine vibrazione.
Lowen poté quindi osservare come i blocchi muscolari impedivano il libero scorrere dell'energia. Per esempio, un diaframma cronicamente contratto, come una strettoia, interrompeva l'onda respiratoria, provocando una respirazione superficiale. Come risultato diminuiva l'apporto di ossigeno ed il livello energetico calava. Questo modo superficiale di respirare è uno dei sistemi che noi usiamo per controllare le nostre emozioni. Per aiutare i pazienti a respirare meglio Lowen inventò il cavalletto bioenergetico. Osservò che una persona il cui flusso energetico è bloccato, ha perso una parte della sua vitalità e della sua personalità. Questa perdita fa sì che questa persona si senta depressa, sia sempre in lotta e usi costantemente la forza di volontà per eseguire i compiti quotidiani. Diventa difficile mettersi in relazione con gli altri o provare piacere.
E lo sport cosa c’entra in tutto questo?
Gli effetti benefici psicologici dell’attività sportiva hanno visto molti approfondimenti e studi specifici negli ultimi vent’anni. Si è riscontrato come l’attività fisica, se praticata con frequenza, incide in modo significativo sullo stato di salute e di benessere delle persone, incide in modo significativo sulla qualità della vita, sui pensieri e sulle emozioni piacevoli delle persone, sul livello di ENERGIA.
Sin dal 1992 l’International Society of Sport Psychology (ISSP) ha stabilito che l’attività fisica comporta dei miglioramenti psicologici a breve e lungo termine e produce benessere psicologico. I benefici personali derivanti dal praticare attività fisica sono individuati in:
In particolare come ha sottolineato l’ISSP (International Society of Sport Psychology) l’attività fisica ha un effetto positivo sull’autostima che può riverberarsi sull’ipertensione, l’osteoporosi, il diabete con esordio da adulti e su alcuni disturbi dell’umore.
L’esercizio ha anche benefici preventivi riducendo il rischio di ammalarsi di depressione. Il fatto stesso di coltivare un’attività con regolarità, ripetendola nel tempo come un’abitudine positiva, porta a ridurre i casi di ricaduta. L’esercizio aerobico come la camminata veloce, la corsetta al parco, la pedalata, il nuoto, perfino il corso di ballo giocano un ruolo decisivo nel migliorare l’umore, grazie a una migliore circolazione del sangue nel cervello che stimola l’asse ipotalamo – ipofisi – ghiandola surrenale (HPA).
L’esercizio fisico, soprattutto se svolto con regolarità, comporta dei cambiamenti a livello cerebrale, stimola la creazione di nuove connessioni, riduce l’infiammazione – causa primaria di numerose malattie croniche – apporta calma e rilassamento.
Anche sul versante dell’ansia, il movimento fisico pare svolgere un’importante azione antistress non solo contrastando le infiammazioni, ma anche – come conseguenza – alleviando tutti quei dolori e problemi riconducibili a uno stile di vita sedentario, viziato da un eccesso di zucchero e sale, alcol e sigarette.
Con il tempo, dopo una fase di rodaggio, passano i dolori muscolari, lombari, i fastidi alle giunture e agli arti inferiori e superiori, i mal di testa e il senso di pesantezza e di nebbia mentale.
Studi hanno mostrato un miglioramento del benessere per esercizi di media intensità e breve durata, come ad esempio fare una passeggiata di un quarto d’ora senza fermarsi, indipendentemente dalla sensazione positiva o negativa esperita nel corso dell’attività, al suo termine si osserva una risposta positiva di benessere (rebound effect; Ekkekakis, 2003).
Sapevi che l’attività fisica ha effetti anche sulla riduzione dell’ansia?
L’esercizio fisico aerobico è associato con la riduzione dell’ansia di stato di tipo somatico e con la riduzione della tensione neuromuscolare. Per poter ridurre l’ansia l’intensità dell’esercizio deve essere pari almeno al 70% della Frequenza Cardiaca massimale. Tale riduzione permane per un tempo variabile tra le 2 e le 6 ore . Nell’arco di 24 ore l’ansia di stato tende a riportarsi ai livelli precedenti l’esercizio. L’esercizio fisico quotidiano può impedire la cronicizzazione dell’ansia.
Come Psicologa dello Sport credo fortemente che questi benefici si debbano prendere in considerazione per tutti sia adulti che bambini ed inserire attività sportiva nella vita in una modalità sostenibile, ma cosa impedisce quindi alle persone di praticare con costanza attività sportiva individuale o di gruppo?
A tal proposito tra i fattori antecedenti l’attività fisica studiati la ricerca si è focalizzata sulle ragioni che facilitano o ostacolano l’attività fisica, la mancanza di tempo è uno egli elementi riportato da molti.
Partiamo da una considerazione importante: “ora che hai compreso gli effetti benefici sugli stati ansiosi (chi non ha stati di ansia alzi la mano!) e sulle emozioni sei davvero certo di non avere la possibilità di inserire 5000 passi al giorno e 3 allenamenti di 30 minuti a settimana????
Come si può fare?
Ti consiglio alcune tecniche per non diventare un procrastinatore professionista, per far collaborare il tuo team “corpo&mente”.
Usale tutte, o quelle che preferisci!
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